
Sempre più numerose e diffuse sono le razze di cani che sono in qualche modo sono regolamentate per la circolazione e quindi la presenza in vari luoghi. Condizione che è diversificata anche dai contesti, eppure esistono globalmente o a carattere nazionale alcune tipologie di cani, suddivise in razze considerate pericolose o addirittura a rischio.
La presenza del cane
Il cane è il miglior amico dell’uomo, frase antica, anche in qualche modo “vetusta” ma che comunque resta molto vicina a ciò che viene da moltissimi considerato: un legame quasi atavico tra la nostra specie e quella canina che viene considerata di fondamentale importanza per numerosi ambiti, ancora prima che come animali da compagnia.

Numerose razze sono divenute popolari per specifiche motivazioni, ad esempio selezioni sviluppate per avere una personalità ma anche una formazione fisica e struttura legata alla caccia di specifiche specie, ma anche per poter sviluppare mansioni particolari, ma anche per ottenere particolari aspetti fisici. Condizione che viene parzialmente mantenuta ancora oggi.
Le razze sono distinte infatti da vari fattori, alcune definiscono la “purezza” che viene considerata anche evidenziata dal carattere medio del cane. Alcune specie, a seconda della regolamentazione del paese di riferimento, sono considerate maggiormente a rischio, in merito ovviamente all’incolumità delle persone che possono trovarsi a diretto contatto.
Razze di cani limitate
Rispetto ad altre nazioni, in Italia non esistono reali razze di cani “proibite”, cosa che invece viene portata avanti da realtà come la Germania, ma anche il Regno Unito o la Francia. Esistono però anche nel nostro paese delle specie maggiormente soggette a regolamentazioni stringenti, condizione che trova sempre un certo ostracismo.

Oramai quasi 20 anni fa in Italia è stata attivata una forma di lista delle razze di cani pericolose che però in pochi anni è stata di fatto considerata “non valida” anche perchè non è possibile categorizzare in modo stringente come pericolosa una specifica categoria canina, come evidenziato anche recentemente. Le altre nazioni sono infatti improntate a categorie da tenere sotto controllo, più che in merito a razze.
Questa lista ha subito forti critiche da associazioni dei cani di razze specifiche, ancora oggi però la lista comprende ad esempio i Pit Bull di tipo Mastiff ed il Pitt Bull Terrier, il Tosa Giapponese, lo Staffordshire Bull Terrier, il Rhodesian Ridgeback, il Rottweiler, il Dobermann Pinsher, Il Bracco Portoghese, e varie forme di Dogo, come quello Canario e quello Argentino, fino a vari tipi di pastore, da quello del Caucaso, fino a quello dell’Asia Orientale.
Cosa bisogna fare
In senso generale in Italia rispetto alle principali nazioni “simili” per legislatura e regolamentazione si è più liberi, tuttavia secondo vari osservatori questo ha aumentato gli incidenti legati alla mancata oppure incorretta forma di educazione dell’animale che naturalmente deve venire sottoposto in modo stringente a specifiche forme di educazioni e comportamenti.

Non si tratta quindi di “cani vietati”, questa considerazione non esiste ma di specie o categorie che per essere considerate lecite devono superare diverse condizioni, come vedremo, che responsabilizzano sia il padrone del cane ma anche l’animale stesso attraverso vari elementi ed esercizi. Dei veri e propri esami comportamentali quindi.
In primo luogo in presenza del cane sul territorio pubblico è necessario disporre di una museruola, dotato di una sufficientemente robusta ed integra forma di limitazione mobile, come un guinzaglio o una catena. Il detentore del controllo del cane deve aver compiuto almeno 16 anni per queste specie di cani “limitate”, e tutte le specie, anche quelle non parte della categoria vanno comunque sottoposte ad identificazione.
Cosa si rischia
In caso di mancato utilizzo di questi elementi per le specifiche razze di cani, e se non è prevista una adeguata documentazione che attesti le origini quindi la provenienza dell’animale sono previste in primo luogo delle multe, legate alla mancata regolamentazione. Le sanzioni possono superare i 200 euro, ma possono anche inasprirsi ed entrare nelle sanzioni penali se l’animale ha manifestato una condizione di pericolo.

Parecchi comuni sono stringenti in merito a razze di cani di questo tipo, e dispongono l’obbligo oltre che della museruola e guinzaglio anche delle tipologie di corsi comportamentali inerenti il cane ed il padrone, per ottenere quindi l’accesso totale presso le aree pubbliche, eccezion fatta ovviamente dove è espressamente proibito l’accesso.
Quello della pericolosità dei cani naturalmente è un ambito che fa discutere perchè se da una parte viene considerata una naturale regolamentazione, dall’altra appare come una forma eccessivamente discriminatoria in merito a migliaia e migliaia di esemplari di cani, che sono ovviamente portati ad essere legati al senso di responsabilità dei padroni.