Pasta ritirata in moltissimi supermercati: marchio e lotti richiamati

La pasta è uno degli alimenti “fondanti” della dieta italiana e non solo e per questo motivo figura spesso, come accaduto anche molto di recente tra gli alimenti che sono maggiormente predisposti a presentare delle problematiche legate alla sicurezza alimentare, in quanto può essere in alcuni casi influenzata da elementi esterni.

Pasta a rischio?

Attraverso uno o più comunicati distribuiti dal Ministero della salute infatti i cibi, naturalmente anche quelli venduti presso i supermercati e le grandi catene di distribuzione possono essere inclusi in interi lotti che sono identificati come a rischio presenza di elementi esterni, come eccessi di batteri e micro organismi ma anche altri prodotti alimentari.

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La pasta secca è relativamente “al sicuro”, eppure durante la produzione le farine e poi il prodotto finale vengono sottoposti a vari step produttivi durante i quali può avvenire la contaminazione potenziale. Si tratta di una tematica conosciuta da anni e che fa riferimento anche a prodotti di largo consumo, come evidenziato dal portale web del Ministero della salute.

Questa volta si tratta di un intero lotto con svariate tipologie di pasta distribuite da un noto marchio legato alla grande distribuzione e supermercati come Carrefour. Portali specializzati oltre al già menzionato del Ministero della salute, si occupano nel fornire tutte le informazioni in merito ai prodotti “condizionati” e che non vanno consumati da tutti.

Pasta ritirata: ecco qual è

Si tratta di un intero Lotto di Pasta marchia Carrefour, confezionati presso lo stabilimento Ghigi 1870 per GS Carrefour, presente a San Clemente, RN che si trova a Via G. Falcone 188, data di scadenza fino al 5 marzo 2027. Si tratta di ben 25 tipologie di pasta tutte a marchio Carrefour.

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L’elemento scatenante è dovuto alla presenza di tracce di senape presente all’interno della composizione della pasta. Il comunicato non evidenzia, come del resto è d’abitudine, la dinamica della contaminazione che però non rende il prodotto non consumabile, infatti chi non sviluppa intolleranze nei confronti della senape può farlo senza problemi.

Essendo però la senape un elemento che trova anche delle condizioni di intolleranze ed allergie, il consumo viene quindi sconsigliato in questi casi: la prassi porta semplicemente il verificare il pericolo intolleranze, e per informazioni più specifiche in merito agli effetti potenziali è possibile telefonare al numero 800.650.650 di Carrefour Italia.

I formati di pasta interessati

Tutte le confezioni dei 25 formati di pasta interessati sono da 500 grammi, e corrispondono, a Capelli D’angelo, Mezze maniche integrali, mezze penne rigate, mezze penne rigate integrali, gramigna, penne rigate e penne rigate integrali, spaghetti, spaghettini e spaghetti integrali, tortiglioni e tortiglioni integrali, stelline e sedani rigati, fusilli e fusilli integrali.

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Inoltre bucatini, conchigliette, ditali e ditalini integrali, fino a fantasia di pasta, farfalle, farfalle integrali e farfalline. Tutti questi pacchi sono potenzialmente in presenza di tracce di senape (che è una pianta, dalla quale si ricavano i semi che sono poi impiegati per lo sviluppo delle numerose salse di varia caratura).

Il consumatore è libero di riportare i pacchi di pasta appartenenti a questa specifica selezione presso il punto vendita, dove potrà chiedere un rimborso o una comune sostituzione senza impegno con altri prodotti, come evidenziato dalla stessa Carrefour che ha, come da prassi, evidenziato le tracce della “contaminazione” ed ha ravvisato il Ministero.

Le segnalazioni

Attraverso il portale del Ministero della Salute è possibile consultare in maniera libera la lista che viene via via aggiornata di prodotti corrispondenti ad alimenti in lotti e selezioni che hanno subito qualche forma di “modifica” dal punto di vista non intenzionale corrispondente sia ad influenze alimentari ma anche in presenza di elementi come i batteri.

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Decisamente più comuni rispetto alla pasta secca, sono i prodotti freschi come ad esempio i latticini ma anche varie tipologie di pasta fresca, oppure ancora i salumi, che presentano un rischio contaminazione più alto rispetto a prodotti confezionati come la pasta tradizionale, da come si può anche evincere consultando proprio il portale del Ministero.

Nella maggior parte si tratta di situazioni comunque sotto controllo, molto spesso la presenza di batteri è conosciuta e viene considerata a rischio contaminazione solo quando superano determinati limiti in ambito di tolleranza. Negli ultimi decadi questi limiti si sono fatti più stringenti e questo spiega per buona parte la tendenza più comune di questi comunicati.

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