
I passi avanti fatti dalla scienza per capire come funziona l’autismo hanno permesso di arrivare al giorno d’oggi a una conclusione molto importante: l’inclusività aiuta a migliorare lo stato di essere di quanti sono colpiti da questa forma di difficoltà , sia grave o lieve poco importa. Basta rendersi conto che il nostro aiuto è importante.
L’autismo: cos’è?
Oggi parlare di autismo non è più un tabù. Ci sono sicuramente ancora tante cose da affrontare, ma è certamente più facile capire che una persona autistica non è una persona malata. E’ semplicemente un essere vivente che si sta aprendo al mondo e si sta facendo largo tra tanti volti e tanti corpi che spesso non riconosce.

E’ sicuramente complesso approcciarsi a una persona autistica, ma con un po’ di buonsenso, tanta pazienza e qualche piccola informazione acquisita qua e là si possono ottenere grandi risultati, anche quando le cose sembrano davvero perse e non c’è traccia o margine di miglioramento in atto nella persona interessata dall’autismo.
Certo, è necessario che chi si approccia in modo intenso a queste persone sia preparata a tutto, anche al loro rifiuto, al loro momento no, alle loro difficoltà , al loro bisogno di sentirsi compresi e parti integranti di un sistema che è complesso da capire attraverso i nostri occhi se non iniziamo a farlo con i loro.
Cosa dicono i dati sull’autismo?
Partiamo dal punto che oggi i casi di autismo sono in notevole aumento. Ciò non significa che si ammalano più bambini; anzi, tutto parte dal fatto che c’è una maggiore consapevolezza da parte degli italiani, che iniziano a riconoscere questa difficoltà non come un difetto, ma con un carattere aggiunto, da sfruttare a vantaggio dei propri figli.

Avere una diagnosi di autismo, specie quando riguarda bambini ancora molto piccoli, è davvero devastante, perché si pensa subito al peggio, a causa di quello che potrebbero pensare gli altri. La paura è rivolta verso quella fetta di società che è ancora troppo fossilizzata in un meccanismo di pensiero che o sei sano o sei malato.
Ma voglio anche fare un piccolo appunto: essere autistici al giorno d’oggi non può più essere una componente invalidante, perché se da un lato se ne scoprono di più è solo ed esclusivamente perché i sistemi diagnostici e le soluzioni sono sempre più alla portata di tutti e questo è un dato di fatto obiettivo.
Le regioni con maggiore incremento
Negli ultimi anni, attraverso uno studio statistico, che mette in evidenza quanti passi avanti abbiamo fatto per monitorare intanto la situazione di queste persone al fine di garantire per ognuna di loro un vero e proprio percorso verso il miglioramento della condizione e della gravità di autismo, ha permesso di evidenziare che in alcune regioni d’Italia i numeri sono in netto aumento.

Sicuramente in Emilia-Romagna si registra un incremento, forse il più marcato rispetto altrove. Solo seconda è invece la Lombardia, seguita a debita distanza dalla Campania. Ma i dati che interessano l’Emilia Romagna sono davvero incredibili: solo nel passaggio dal 2011 al 2021, quindi in 10 anni, si è arrivati a toccare una percentuale altissima pari al 245% di casi in più.
I numeri non devono farvi spaventare. Devono anzi tirare un respiro di sollievo, in quanto se da un lato l’Emilia Romagna abbia visto un aumento vertiginoso di casi, è anche vero che sono seguiti notevoli miglioramenti dal punto di vista degli aiuti concreti forniti a quanti hanno ricevuto una diagnosi di autismo, con notevoli potenziamenti dal punto di vista clinico, ma non solo.
L’Italia come si comporta?
Diciamo che nella stragrande maggioranza dei casi la situazione è ancora piuttosto complessa. Servirebbero maggiori aiuti, più fatti meno parole, ma rispetto al passato, anche dal punto di vista didattico, i ragazzi autistici hanno un loro posto, un loro perché all’interno della società chiamata scuola. Si può fare di più, ma per molti genitori è già tanto.

Servono sicuramente molti più specialisti di quelli che ci sono oggi. Serve maggiore movimento, più attivismo, meno prudenza e più voglia di darsi da fare, anche perché questi ragazzi e queste ragazze viaggiano a una velocità di pensiero davvero incredibile, e sarebbe corretto dare loro quelle possibilità che vengono garantite a tutti.
In ogni caso, mi piace constatare un dato importantissimo: il fatto che ci sia stato questo aumento considerevole dei casi, vuol dire che c’è un interesse maggiore e un’attenzione più marcata nei confronti anche dei casi più lievi, che non vengono più confinati come casi di pigrizia o di timidezza; perché un aiuto oggi è una speranza di vita certa domani.