La frutta segreta che elimina i parassiti intestinali: il rimedio naturale che nessuno conosce

Il nostro intestino è, negli ultimi anni, al centro dell’attenzione scientifica come mai prima. Questo ci ha permesso di scoprire tantissimo sulle sue connessioni con il benessere di varie parti del corpo e di avere le idee più chiare su quello che è utile mangiare in caso di squilibrio, condizione nota scientificamente come disbiosi. In questa guida, ci soffermeremo in particolare sui frutti più efficaci per chi vuole ristabilire l’eubiosi, ossia l’equilibrio fra batteri buoni e batteri patogeni, a livello intestinale.

Cosa è la disbiosi intestinale?

La disbiosi intestinale è una situazione di squilibrio che riguarda quel complesso e affascinante ecosistema che è il microbiota intestinale. Quest’ultimo è popolato da milioni e milioni di batteri di vario tipo. Nel momento in cui una determinata tipologia non benefica aumenta di numero, si crea la disbiosi. Le cause che la provocano sono svariate.

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Tra queste è possibile citare l’alimentazione poco sana e caratterizzata nello specifico dall’assunzione di un’eccessiva quantità di zuccheri semplici, per non parlare dei carboidrati raffinati. Anche un eccesso di proteine può provocare, a lungo andare, l’insorgenza di un quadro di disbiosi intestinale. Attenzione pure agli alimenti conservati e ricchi di additivi.

A provocare la disbiosi contribuiscono anche evenienze come la presenza di metalli pesanti nell’acqua che si utilizza ogni giorno. Degna di nota è anche l’influenza dell’assunzione di farmaci come gli antibiotici, gli antinfiammatori e i cortisonici. Da ricordare sono anche le cause psicologiche. Lo stress, che a livelli non eccessivi è benefico per la nostra mente e il nostro corpo, quando raggiunge soglie alte può influire sulla motilità intestinale e sulla salute del microbiota.

Perché la frutta è importante per il benessere dell’intestino?

L’assunzione di frutta è una scelta che fa la differenza come poche quando si parla di salute dell’intestino. Tra i motivi da citare rientra la ricchezza in prebiotici. Queste sostanze nutritive, non digeribili, una volta che arrivano nell’intestino favoriscono il proliferare delle specie batteriche buone. Tra le principali, è possibile chiamare in causa i bifidobatteri e i lattobacilli.

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Le fibre sono incluse sotto il cappello dei prebiotici. Possono essere solubili o insolubili. Non si tratta di una distinzione priva di rilevanza. Le fibre solubili, infatti, forniscono un contributo maggiore ai fini della riduzione dei valori della glicemia. Ciò implica, di riflesso, un impatto importante sulla prevenzione del diabete di tipo 2 e delle patologie cardiovascolari.

Anche le fibre insolubili sono importanti per la salute. Non vengono digerite neanche dal microbiota intestinale, ma hanno comunque benefici di massima rilevanza, tra cui l’ottimizzazione del transito intestinale e il contributo alla formazione di masse fecali di dimensioni e consistenza adeguate. Chiarita questa premessa, vediamo quali sono i frutti più ricchi di fibre.

La frutta più ricca di fibre, alleata preziosa dell’intestino

Sono diversi i frutti caratterizzati dalla presenza di fibre a efficacia probiotica, tra le quali è possibile includere la pectina e l’inulina. La prima è tra le componenti fondamentali delle pareti delle cellule degli organismi vegetali. La seconda, invece, fa parte dell’elenco dei frutto-oligosaccaridi, altrimenti noti con l’acronimo FOS.

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Parlando in maniera specifica della frutta maggiormente ricca di fibre, un cenno doveroso va dedicato, nel caso di quella fresca, all’avocado, alle more, ai lamponi, alle pere, ai kiwi e ai fichi, giusto per citare alcune alternative. Nei casi in cui, invece, si punta per l’assunzione di frutta secca, il consiglio per fare il pieno di fibre e migliorare la salute dell’intestino è di puntare su albicocche, fichi, prugne e datteri.

Ovviamente non è il caso di esagerare. Il fabbisogno quotidiano di fibre è attorno ai 30 grammi al giorno. Come gestirlo? Tenendo conto delle indicazioni personalizzate che solo un nutrizionista può dare e che dipendono anche, per esempio, da aspetti della salute come i valori della glicemia. Vediamo, nelle prossime righe, come gestire l’assunzione di frutta quando si hanno problemi di colon irritabile.

Quale frutta mangiare quando si soffre di colon irritabile?

Un’altra problematica frequente quando si parla di salute dell’intestino è la sindrome del colon irritabile. I principali criteri da considerare sono la digeribilità e la presenza di fibre solubili. Essenziale è fare attenzione anche all’assenza di zuccheri che possono fermentare nell’intestino. Entrando nel vivo dei frutti da scegliere troviamo la banana matura, nota per la sua ricchezza di potassio e per l’importante contenuto di fibre solubili.

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Ottimi sono anche i mirtilli, caratterizzati da un profilo nutrizionale in cui spiccano le antocianine e altre componenti a efficacia antiossidante e antinfiammatoria, con tutti i benefici del caso per la salute della mucosa intestinale. Il kiwi, che va assunto in quantità moderate, è una fonte di vitamina C e di enzimi che favoriscono la digestione.

Da provare in caso di sindrome del colon irritabile sono pure le mele e le pere cotte. Il processo di cottura, infatti, riduce la quantità di fibre insolubili, rendendo questi frutti decisamente più digeribili. Li si può consumare, giusto per citare un esempio, a colazione come alternativa ai cereali o al muesli.

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