
Un allarme sanitario si sta facendo sempre più strada che riguarda la salute di migliaia di cittadini. Infatti il vero problema è lo stop ai test gratuiti per alcune infezioni sessualmente trasmissibili, si tratta di una decisione apparentemente tecnica ma che rischia di avere delle conseguenze molto serie, per quanto riguarda la prevenzione e anche alla diagnosi precoce.
Cosa sta cambiando?
Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, negli ultimi tre anni c’è stato un progressivo aumento delle infezioni sessualmente trasmissibili.ciò è accaduto soprattutto tra le fasce d’età comprese tra i 18 e i 35 anni. Si tratta di un vero e proprio campanello d’allarme, soprattutto da parte delle associazioni del territorio.

Infatti, hanno segnalato che la pandemia ha avuto un impatto negativo sull’accesso alla prevenzione, infatti molti ambulatori specializzati sono stati chiusi o addirittura sono stati trasformati in centri COVID e in molti casi però c’è da dire che le campagne di screening gratuito sono state eliminate e non sono mai più ripartite.
Ciò risulta essere un guaio davvero molto grande, dato che molte regioni hanno ridotto o addirittura sospeso l’offerta gratuita dei test rapidi ma crescono sempre di più i dati preoccupanti sulle infezioni da HIV, sifilide, clamidia o anche Correa. Ma cosa sta succedendo e perché è stata presa questa assurda decisione?
Stop ai test gratuiti: ecco cosa è cambiato
L’interruzione o anche semplicemente la drastica riduzione dei test gratuiti per l’HIV o altre infezioni sessualmente trasmissibili non è uguale in tutta l’Italia ma segue ovviamente delle logiche regionali. Infatti, c’è da dire che alcune regioni hanno sospeso i fondi destinati ai programmi di screening gratuito mentre altre hanno solo ridimensionato l’organizzazione.

Infatti, in molte regioni hanno delegato all’organizzazione alle singole Asl e ciò ha portato ad una difficoltà maggiore in molte zone ad accedere a questi test che prima erano gratuiti per tutti. Ci sono state quindi delle conseguenze molto gravi, come ad esempio la diminuzione delle diagnosi precoci e quindi un aumento dei casi scoperti in fase avanzata.
Ciò ha portato anche ad un maggior rischio di trasmissioni in inconsapevole, soprattutto nelle fasce più giovani e nei contesti più a rischio. C’è stato anche un aumento dei costi per i cittadini dato che ad oggi, molto spesso devono ricorrere a dei test a pagamento in delle strutture private e ovviamente ci sono state anche più disuguaglianze.
Quali sono le preoccupazioni degli esperti
Molti esperti, come ad esempio i medici, gli operatori o anche delle associazioni sono molto preoccupati, infatti per loro andare a tagliare i fondi per i test gratuiti risulta essere un grave errore di salute pubblica, infatti la prevenzione è molto più economica e sostenibile rispetto alla cura vera e propria.

Infatti, ogni infezione non diagnosticata in tempo può comportare un trattamento più lungo, costoso e soprattutto complesso ma ciò può portare anche al rischio di nuove ondate epidemiche silenziose. Infatti il problema non riguarda solo chi è stato direttamente colpito ma in effetti, riguarda tutta l’intera collettività. ma cosa bisogna fare?
I molti centri che prima offrivano dei test gratuiti, rapidi e anonimi sono ora in difficoltà, dato che hanno delle risorse molto più ridotte dato che appunto non hanno nessun coordinamento a livello nazionale. Ma ci sono ancora iniziative e cosa bisogna fare per cercare di risolvere questo problema alla base?
Cosa bisogna fare?
Sicuramente esistono ancora delle iniziative che ci possono aiutare, dato che in alcune città resistono ancora dei progetti che ci potrebbero aiutare sulla prevenzione di queste malattie, ma ovviamente sono comunque iniziative isolate e sono ad oggi molto poche. È importante però andare comunque a prevenire queste infezioni prima che è stato più tardi.

La prevenzione è sicuramente molto valida ma per funzionare davvero innanzitutto deve essere accessibile, gratuita e soprattutto deve essere continua nel tempo. Ciò significa che non può dipendere solo da progetti temporanee e dalla volontà di propri operatori, ma deve essere effettuata con costanza e con le attrezzature e i fondi adeguati.
Dunque, il tema della prevenzione non può essere relegato al margine delle politiche finanziarie, dato che andare a bloccare o ridurre i test gratuiti significa mettere al rischio la salute di tantissime persone. Per tale motivo serve sicuramente una strategia nazionale più chiara, partendo quindi dalla consapevolezza di ciò che sta succedendo senza degli ostacoli economici.